È finita la settimana di Digital Painting per i ragazzi di Art.
Una settimana abbastanza tosta, in cui mettere in pratica le basi che si sono imparate nelle settimane precedenti.
E forse è proprio per questo che qualcuno ha rinominato questa settimana in “Digital Pain”.
Tutto parte sempre lì, dalle loro Cintiq enormi.
Con delle piccole sfere, sulle quali si iniziano a ricreare materiali di ogni tipo: pellicce, palline da tennis, bombe, occhi umani (sì, il creepy piace parecchio a quelli di Art) o palloni da calcio.
Dopo un paio di giorni di esercizi, si mette mano a quella che dovrà essere la consegna finale.
Un ritratto digitale.
Tutti i ragazzi partono dallo stesso disegno, una semplice line art.
Iniziano poi a stendere il colore e successivamente lavorano con punti luce e ombre, aggiungono dettaglio, sfocature, easter egg, color correction e altre decine di livelli che probabilmente non avranno nemmeno rinominato.
Insomma, lavorano davvero un sacco.
E pur partendo dalla stessa base si può vedere benissimo come ci sia una varietà di personaggi, di stili e soprattuto di modi di interpretare quella che era la line art originale.
Perché in fondo essere un artista significa guardare le cose da una prospettiva differente, interpretarle con il proprio stile.
È essere creativi.
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