Sono già trascorsi 3 giorni dall’inizio della Classe X.
Dopo lunghissime sessioni di brainstorming in mensa, altre fuori in pausa caffè, altre ancora in giardino, i ragazzi sono partiti in quarta con i lavori.
Il primo scoglio è sempre quello di presentare la propria idea al cliente.
Una sfida molto complessa.
Bisogna scegliere le giuste parole, cercare di essere chiari e sintetici, in modo che chi legge la proposta possa capire esattamente l’idea che hai in mente.
Altrimenti è il caos.
Ecco perché, questa prima fase è piena di ansie.
“Come faccio il pdf?”, “I nomi sono giusti?”, “ma dovevamo fare anche la copertina?”










Sembra quasi di essere tornati al primo giorno di scuola, dove ogni cosa che facevi andava controllata almeno dieci volte e comunque all’undicesima trovavi un errore.
Quindi si cerca di stare attentissimi, di impaginare tutto al meglio, di stupire con una idea ma di tenerne comunque qualcuna di riserva nel caso qualcosa andasse male.
“Oh mio dio… Ho detto andasse male?
E se va male che faccio?”
Si il mood alla fine della prima giornata è più o meno questo.









Giorno 2.
Tutti super carichi si arriva a scuola convinti che, una volta presentata la proposta, il resto sia tutto in discesa.
Errore.
Le risposte dei clienti non sempre sono esaustive.
Alcune idee sono bocciate, altre non sono state formulate poi così bene e non sono state capite.
Panico.
Che si fa adesso?
Dopo essersi schiaritile idee (e aver urlato) si torna di nuovo in classe, si ragiona sui commenti dei clienti, ci si confronta e si inizia a lavorare sul serio.
Partono i primi render di prova, si fanno esperimenti e si cerca in qualche modo di far quadrare l’idea di base, cercando anche di organizzare il tempo a disposizione, facendo magari un bel calendario interno.
Non mancano i momenti tristi anche durante il secondo e il terzo giorno, ma ci si consola guardando le cartelle con le consegne degli altri gruppi (a volte spiandoli, a volte per puro passatempo) e notando che alla fin fine siamo tutti nella stessa barca.
Il tempo è poco, l’importante è non rallentare prima di aver tagliato il traguardo.





















































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