Oddio dai, proprio Call of Duty no.
Anche se qualcuno ci è andato molto vicino in un certo senso.
Ma andiamo per ordine.
In queste ultime due settimane i ragazzi del Master Game hanno passato le loro giornate di fronte al monitor in questo modo (e guardando le loro facce potete facilmente intuirne il motivo).
Stiamo parlando del modulo di script nella quale, ovviamente, si programma.
Si scrivono decine di righe di codice affinché dopo il mio personaggio muoia una volta subiti tre colpi e che subito dopo appaia la classica schermata di Game Over.
Se ne scrivono un tantino di più per fare in modo che un proiettile possa colpire un nemico, ferendo gradualmente e facendo aumentare il nostro punteggio.
Che sembrano cose scontate ma per chi fino a 2 mesi fa studiava letteratura tra i banchi di scuola una cosa del genere sembrava impossibile da fare.
Se fino a ieri infatti, giocando ad un videogioco, ci si concentrava solo sul premere una sequenza di tasti per compiere una azione, adesso tutto assume un significato differente e l’unica cosa che ci viene in mente quando prendiamo in mano il nostro joypad è questa.
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