È proprio vero che le belle storie nascono da storie altrettanto belle, come questa.
Una storia che prende vita dai “racconti della buonanotte” che un padre si inventa ogni sera per far addormentare sua figlia.
Tra le tante storie della buonanotte, una in particolare si è trasformata in un libro durante il periodo del Covid: quella di Scila e il Drago Diamante.
La storia di una bambina e di un drago speciale che non tutti sono in grado di vedere…
Scila, ogni mattina, si sveglia per andare a scuola, prepara la colazione per il suo fratellino e prima che lui si svegli, va a camminare lungo il bosco vicino a casa.
Lì raccoglie quello che trova: fragole, castagne, lamponi. Ma, in fondo a quel bosco, si trova un torrente.
Durante le sue passeggiate, un giorno inizia a guardare nell’acqua e le sembra di vedere qualcosa brillare tra i sassi.
Non capisce di che animale si tratti ma, allo stesso tempo, non prova alcuna paura.
Questo animale sinuoso si muove nell’acqua con dei rombi sul dorso che riflettono tutti i colori dell’arcobaleno.
Quella mattina, però, l’animale risale il torrente e si allontana.
Così Scila torna a casa e va subito a raccontare tutto alla mamma, che però non riesce a capire di cosa si tratta.
Passa la giornata e Scila torna di nuovo al torrente.
Sente delle voci, ma non capisce subito da dove arrivino. La magica creatura esce con la testa dall’acqua. Scila resta senza parole: non aveva mai incontrato un drago prima di allora.
Scila dice al Drago Diamante che, fino a quel momento, non aveva mai creduto nella loro esistenza.
Il Drago Diamante le risponde che solo alcune persone possono vederlo e le suggerisce di pensare alle cose che la rendono felice: l’amore dei suoi genitori, la gioia che prova giocando con i suoi amici…
In quel momento, la mamma chiama Scila a casa.
Il giorno dopo, Scila torna dal Drago. Conosce i suoi amici draghi e trascorre la giornata con loro.
Prima di salutare il Drago Diamante, Scila gli chiede se può portare un suo amico l’indomani.
Il Drago Diamante le risponde di scegliere con attenzione l’amico da portare.
L’indomani, dopo la scuola, Scila porta Simone, un bambino timido, di poche parole e sempre sorridente.
Simone segue in silenzio Scila attraverso il bosco. Arrivano al fiume, ma non vedono nessuno…
Nel momento in cui Scila sta per perdere le speranze, si accorge che il suo amico sta accarezzando la testa del Drago Diamante.
Il Drago Diamante dice a Scila:
“Avevi ragione, Scila. È quello giusto.
Non tutti sono capaci di credere a ciò che non si può vedere. Solo alcuni sono disposti a farlo.”
Ed è proprio da questa storia che nasce la tesi del Master 39.

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